GLI ARTIGIANI DELLA LETTURA

isola delle storie

L'ISOLA DELLE STORIE

L’attesa sta per finire. L’Isola delle Storie riapre il sipario ai suoi ospiti e alle sue trame. Il racconto e le suggestioni di chi, quelle storie, le racconta AD ALTA VOCE

Manca pochissimo all’inizio di uno dei festival letterari più attesi in Italia. L’Isola delle Storie riaccende i motori con l’edizione numero 14. Ma quando si parla del festival di Gavoi, quando si tenta di restituire in scrittura tutta la bellezza di un festival letterario di questa portata, non si parla, quasi mai, di chi a quei libri presta la propria voce.

Tutto ha inizio all’alba delle nostre vite con un “C’era una volta…” di qualcuno che sta seduto a fianco del tuo letto e prova a farti addormentare. Chi ha un libro in mano, chi invece ha la fantasia per inventarsela quella fiaba. L’oralità di un racconto attraverso la voce di un libro. Si inizia così ad abitare mondi, a emozionarsi. E sono le emozioni a influenzare i processi cognitivi.

Leggere, leggere e quando è possibile ad alta voce. Lo sapevano bene Charles Dickens e Mark Twain che amavano leggere i propri libri in pubblico. Mark Twain in particolare dava moltissima importanza alla cadenza e al ritmo delle parole calibrandone con cura le pause. Restituire alla parola scritta la propria voce e quando dietro a quel libro si trova un attore ecco che a quelle pagine si da un corpo, anzi, dei corpi e delle voci.

Il successo di alcune trasmissioni radiofoniche come “Ad alta voce - I classici della letteratura letti da grandi attori” su Rai Radio 3, la crescita continua in termini di vendite di audiolibri, testimoniano come esistano modi alternativi alla fruizione della letteratura.

Dietro a quel microfono si agitano mani, si modula la voce, si cambiano tempi e registri e, non di rado, si accompagnano a brani musicali che ne fanno da colonna sonora.

Attori come artigiani della lettura. Uno dei modi migliori per goderseli dal vivo sono i festival letterari come L’Isola delle Storie in Sardegna.

Ad alcuni di loro, protagonisti negli ultimi anni di emozionanti reading della kermesse di Gavoi, abbiamo chiesto di raccontarci questa esperienza “ad alta voce”.

DANIELE MONACHELLA isola delle storie L’Isola delle Storie ha un’anima calda e irrora la tua pelle di rara emozione. Gli occhi del pubblico desideroso di ascoltare e, quel chiassoso silenzio che accompagna la tua lettura, anticipa la gioia dell’essere stati insieme a sognare un’eternità di Vita culturale vibrante! Sorrisi, maschere, patate, tumbarinos, formaggio e vino rosso che colora il bicchiere e di cui desideri una goccia in più. SIMEONE LATINI isola delle storie Se, come dice Anatole France: "Non esiste una magia come quella delle parole", il festival di Gavoi rende loro pieno merito. Chiunque abbia a cuore la lettura, come strumento di crescita o semplice fuga, dovrebbe sperimentare in prima persona questo incantesimo. La magia della partecipazione, che unisce fautori e spettatori, con il fine ultimo del perdersi tra le pagine di un libro. FULVIO ACCOGLI isola delle storie Una tre giorni piena come un carnevale in cui però si sovverte l'ordine culturale delle cose. Il luogo dove si getta la maschera e si indossa l'abito dell'ascolto,dove se si vuole si chiede e se si può si cerca di rispondere. Un momento che è presente nel mio immaginario, dove si va e si è sempre a casa. luogo che ho sempre immaginato,un'utopia divenuta realtà. CHIARA MURRU isola delle storie Per me L’Isola delle Storie è stata una vera RIVELAZIONE nel senso più profondo del termine. Dopo non sei più la stessa persona. Affronti un viaggio, scopri un paese e incontri un'umanità unici al mondo. Dopo non puoi essere più essere la stessa persona. Non c'ero mai stata. Non potrò più farne a meno. GISELLA VACCA isola delle storie Sono sempre stata di casa, all'Isola delle Storie. Un po' perché ho partecipato direttamente a tre edizioni, come attrice e cantante, nello spettacolo che inaugurò il debutto assoluto del festival, e come lettrice in due edizioni e un pre-festival. Sono di casa, soprattutto, perché L'Isola delle storie si svolge a due passi dal mio paese d'origine, che, in un'epoca ormai lontana, era un crogiuolo di inesauribile creatività, cultura e politica e oggi si accontenta di briciole. Solo questo mi basterebbe a considerare l'Isola come un faro nel buio in cui troppe comunità sarde stanno inesorabilmente precipitando, per aver voltato le spalle alla cultura autentica, consacrando energie e fondi preziosissimi all'organizzazione di manifestazioni e sagre dedicate esclusivamente al cibo e al folklore. Con tutto il rispetto che nutro per questi elementi, che sono il cardine della nostra socialità da sempre, ritengo che non si possa Vivere senza la poesia, la letteratura, la musica, il teatro. Non si può vivere compiutamente senza produrre e, soprattutto, senza scambiare Cultura.

Noi sardi viviamo su un'isola e, un po' isola, lo siamo tutti quanti. Siamo quasi il feto di un'isola: il mare che ci circonda è come un'estensione del liquido amniotico ancestrale che ci culla dai tempi del distacco da Tirrenide. Stiamo in un amnios che ci protegge ma, nello stesso tempo, ci fa percepire il mondo esterno sempre un po' offuscato. L'isola delle Storie, come alcuni altri eventi simili, dissolve per qualche tempo, di anno in anno, quel fluido e ci permette di sentire quello che arriva realmente dal resto del mondo.

Più è chiaro e definito ciò che arriva, più è chiara e definita la sua, e la nostra, specificità. Più sono nette le differenze, più è proficua la nostra possibilità di scambio. Ecco, la pratica dello Scambio è, per me, il dono inestimabile di questo festival, al quale faccio gli auguri nella lingua dell'isola: a medas annos. LEA GRAMSDORFF isola delle storie Leggere per qualcuno non è un atto banale. Ha a che fare con quel piccolo rituale prima della buonanotte: "mi leggi di nuovo quella storia ...". È un regalo, è personale, intimo. Uno dei regali d’amore, di tempo (e di pazienza) più importanti che si possano ricevere o dare, credo… Leggere con passione e impegno PER qualcuno significa: aprire una porta magica, indicare una possibilità, srotolare un tappeto colorato….. far venir voglia di imparare a leggere o di leggere, o di leggere una cosa nuova se leggere si sa già. Leggere è facile, leggere è difficile. Dipende dalle persone, dipende dai momenti. Leggere AD ALTA VOCE per qualcuno non è un atto banale. Ha a che fare con la liturgia. Leggere per qualcuno ad alta voce non è un atto banale al contrario è un’assunzione di responsabilità: dopotutto, chiunque si prenda il disturbo di "andare ad ascoltare qualcuno che legge qualcosa" si aspetta che quel qualcuno compia meglio o diversamente quell’atto di leggere che potrebbe fare da solo, in fondo si aspetta di volare... Quindi, se ti incarichi di leggere qualcosa per qualcuno devi:
1. Garantire un decollo.
2. Badare a mantenere la quota.
3. Cercare di gestire le turbolenze.
4. Assicurare un atterraggio morbido ai tuoi passeggeri.
Sono i momenti in cui testi la tua professione. Leggere all’Isola delle Storie non è semplicissimo: l’aeroporto è molto piccolo ma decisamente pieno di viaggiatori. Non è un aeroplanino di carta o un charter di pagine, ma un Boeing 787 di parole. Pensavi ad una chiesetta di campagna; e invece è una cattedrale a cielo aperto. È un bacio della buonanotte ad una famiglia immensa.

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