una szeemann

UNA SZEEMANN

INTERVISTA

Donna e artista svizzera di silvana bellezza. Dal paradiso degli anarchici alla Sardegna, da Monte Verità al MAN di Nuoro, Una Szeemann si racconta

Dalla sua infanzia a Tegna sino a Zurigo, dove vive, passando per le grandi capitali europee. Di Una Szeemann leggi subito lo sguardo luminoso di chi nella bellezza è abituata ad abitarvi. Figlia del grande Harld Szeemann, e legata indissolubilmente a uno dei luoghi più affascinanti al mondo, Monte Verità, l’abbiamo incontrata al MAN di Nuoro dove, da qualche settimana, sta seguendo - in qualità di “visiting professor” - i tre artisti svizzeri in residenza: Tonatiuh Ambrosetti, Maya Hottarek e Lisa Lurati.

Prima residenza, primo corto circuito visionario, tra artisti italiani (Giaime Meloni, Elena Muresu e Marco Useli) e svizzeri, riuniti intorno a un progetto, una open call “Ritorno a Monte Verità”, voluto e curato da Chiara Gatti, direttrice del MAN di Nuoro e Nicoletta Mongini, responsabile cultura Fondazione Monte Verità Ascona in Svizzera.

Il progetto atterrerà nelle sale del MAN durante l’autunno, e avremo modo di raccontarvelo più avanti attraverso il mosaico di sguardi dei sei artisti in residenza, nel frattempo chiediamo:

Una Szeemann

Una Szeemann in tre aggettivi:

Sono quattro: Libera, curiosa, lunare e solare.

La tua vita in un film: a chi affideresti la regia?

A Fellini.

Il brano musicale che farebbe da colonna sonora?

La Quinta Sinfonia di Beethoven.

Se fossi un mese dell'anno?

Sempre aprile.

Cosa è IN cosa è OUT?

Niente è IN, niente è OUT.

Il tuo motto?

Che tutto vive.

Cosa è per te la musica?

Propulsione

Un oggetto romantico.

I gioielli.

La parola che vorresti abolire dal vocabolario?

Non penso ci sia (ride).

Il film che più di tutti abita il tuo cuore?

Sunset Boulevard.

Il libro che ti ha rapito.

Le città invisibili di Italo Calvino

Il tuo colore preferito?

Rosso.

Il tuo numero portafortuna?

1

A chi faresti scrivere la tua biografia?

Joan Didion.

La prima cosa che pensi associata alla parola “Passione”?

Sesso.

Come dovrebbe essere la tua casa delle favole nella quale abitare?

Fluida e solare.

Nel tuo guardaroba non devono mai mancare:

I vestiti neri.

Sei felice?

Sempre.

La tua più grande paura?

La sospensione nel nulla.

Come ti vedi tra 10 anni?

Uguale, ma più saggia.

Arredamento: classico, rustico, moderno o...?

Minimal, ma perché ho la tendenza a essere molto caotica.

Tre oggetti dai quali non ti separeresti mai.

Tanto quanto sono una feticista degli oggetti, allo stesso modo potrei separarmi da tutti gli oggetti.

Il tuo cartoon preferito?

Max und Moritz, che è un libro per bambini.

Una città dove ti piacerebbe avere una piccola dependance, un piccolo appartamento.

Qualsiasi città che sia sul mare e che sia calda. E che non abbia guerre.

Il tuo piatto italiano preferito?

In una cucina come quella italiana è impossibile sceglierne solo uno. Mi sta venendo fame solo a pensarci (ride). Se devo sceglierne uno alloara è un piatto legato a un ricordo a me molto caro: le cozze al pomodoro che fanno in Puglia.

Il tuo piatto estero?

Probabilmente la cucina giapponese, il pesce crudo.

Un personaggio a cui daresti il Nobel?

A mia mamma.

Se fossi una delle quattro stagioni?

La primavera.

La cosa che non sopporti nelle persone?

La gelosia e l'avarizia.

Da bambina, cosa avresti voluto fare da grande?

Dipende da che età (ride). Un'astronauta, un'indiana. Poi a un certo punto sarei voluta diventare un'indiana perché ho immaginato che potessi cambiare la fisionomia del mio viso, e pensavo fosse una professione (ride).

Se fossi uno strumento musicale?

La chitarra.

Se fossi un animale?

Un gatto.

Quanto conta l'amore per te?

È tutto.

Un'epoca storica nella quale ti sarebbe piaciuto abitare.

Un futuro migliore.

Il tempo passa e porta via con sè tante cose. Ma che cos’è veramente che non va mai fuori moda?

L'amore.

Arrivi ad una festa da sola. La sala è gremita di persone. Qual è la persona che attira di più la tua attenzione?

L'altra persona che è sola.

Raccontaci un aneddoto curioso, un qualche cosa che hai vissuto nel mondo che abiti.

Avevo, più o meno, sette anni. Sono andata a una mostra in un albergo situato su un passo chiamato "La Furka". C'era un artista, James Lee Bayers, che esponeva in una stanza dell'albergo una sfera in metallo su un piumino. Questa sfera di metallo, col suo peso che ha fatto cambiare la forma del piumino è stata la cosa più magica che abbia mai visto a quell'età. Ed è quello che volevo fare. E penso di potermi avvicinare a questo spirito molto effimero ma molto presente della materia in uno spazio.

Il tuo sogno nel cassetto?

La casa al mare nel paese dove non ci sono guerre. Dove faccia caldo.

Cosa è la vera felicità?

È un grande lavoro. Quando ci si lavora la si può assaporare sempre di più.

Cosa è la vera bellezza?

È assolutamente interna.

L'ultima domanda: cosa è per te l'Italia?

Per quanto sia caotica e comunque difficile, trovo che l'Italia sia un posto dove le persone abbiano ancora un vero spirito e una bontà di base. Ed è un Paese bellissimo.



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