Ritratto di Chiara Valerio a L'Isola delle Storie

CHIARA VALERIO

INTERVISTA

Fatta di un umorismo colto, avvincente, pieno di invenzioni e quello sguardo di chi sa farsi ascoltare. A qualche giorno dall’inizio de L’Isola delle Storie, abbiamo voluto intervistare una delle protagoniste più attese del festival di Gavoi.

Scrittrice, editor, lettrice bulimica appassionata di letture varie e disordinate. Curatrice per Ad alta voce su Rai Radio 3, ha collaborato con Nottetempo. Responsabile della prima edizione della fiera dell’editoria italiana Tempo di Libri dalla quale ne è uscita “attonita” per divergenze organizzative. Di lei, e di questo, scrive Loredana Lipperini: «Ho conosciuto nella mia vita poche persone di luminosa intelligenza come Chiara Valerio, che è riuscita a costruire un bellissimo programma a Milano contro tutto, ma proprio tutto. Sono certa che farà meraviglie altrove, come sempre. E condivido quel suo dichiararsi attonita. Avevano un diamante, non hanno saputo-voluto tenerselo, e spero che almeno se ne rendano conto».

Il suo profilo Instagram pullula di immagini di Venezia che Chiara abita e vive da tutte le angolazioni. Proprio qui, per la Marsilio Editori, Chiara è l’editor responsabile per la narrativa italiana.

Ritratto di Chiara Valerio a L'Isola delle Storie Amante della fantascienza: «Ho scritto moltissimi racconti su questo argomento, ma non li ho mai pubblicati», prima che finisca il Liceo, va in fissa: «Devo andare alla Normale di Pisa nella classe di Lettere». Nell’estate del 1992 il padre spende 250 mila lire in opere fondamentali di filosofia. Chiara però non viene ammessa al corso di Lettere. «Adesso mi metto a studiare matematica!». A parte una parentesi felice in seconda media, in cui inventa un modo per fare le radici quadrate, Chiara non è stata mai portata per quella materia.
Ma allora, perché ti sei iscritta in quella Facoltà?
«Al Liceo mi piaceva tantissimo la mia professoressa di matematica».

Dalla matematica alla letteratura, come avviene questo passaggio?
«Matematica è l’unica facoltà in Italia che è una facoltà di grammatica. La grammatica ti insegna una cosa: la possibilità di comporre le parole e la fallacia del linguaggio. La possibilità delle parole di trasportare una forma senza trasportare un senso. La matematica è sostanzialmente un avviso a non avvicinarsi. A non tentare di contribuire. Quindi in questo percorso di fallimento io incontro una cosa in cui è facile fallire. Perché tutti falliscono. E questo mi restituisce una grande normalità. E quindi dalla bambina di Scauri che raccontava le frottole, mi trovo una tardo adolescente diciottenne con davanti una cosa che è inaffrontabile. E mentre è inaffrontabile ti restituisce una misura di te e una realtà. E quindi, una volta che hai misura di te e una realtà, anche se falsata dalla matematica, tu la puoi cominciare a raccontare questa cosa. E quindi io ho cominciato a raccontarla».

Chiara in tre aggettivi:

Curiosa, curiosa, curiosa.

La tua vita in un film: a chi affideresti la regia?

Valentina Pedicini.

Il brano musicale che farebbe da colonna sonora?

Voglio gli Wham! o gli ABBA.

Se fossi un mese dell'anno?

Marzo, il mese in cui sono nata.

Cosa è IN cosa è OUT?

Cartelli segnaletici.

Il tuo motto?

Honni soit qui mal y pense.

Cosa è per te l'Italia?

Scauri, il paese in provincia di Latina dove sono nata.

Cosa è per te la musica?

Qualcosa che mi fa ballare.

Un oggetto romantico.

Una panchina.

La parola che vorresti abolire dal vocabolario?

Nomadare, intendendo come vocabolario anche le parole che hanno un utilizzo politico e statistico.

Il film che più di tutti abita il tuo cuore?

Lanterne Rosse di Zhang Yimou.

Il libro che ti ha rapito.

Il quaderno IV di Simone Weil.

Il tuo colore preferito?

Verde bosco.

Il tuo numero portafortuna?

Pi greco.

A chi faresti scrivere la tua biografia?

A Andrew O'Hagan.

La prima cosa che pensi associata alla parola “Passione”?

Al viola.

Come dovrebbe essere la tua casa delle favole nella quale abitare?

Con un giardino d'inverno.

Nel tuo guardaroba non devono mai mancare:

Le giacche.

Sei felice?

Quasi sempre.

La tua più grande paura?

Affogare.

Come ti vedi tra 10 anni?

Più magra.

Arredamento: classico, rustico, moderno o...?

Miscellaneo.

Tre oggetti dai quali non ti separeresti mai.

Dai quali non mi separo. Il telefono, le penne, gli occhiali.

Il tuo cartoon preferito?

Jeeg Robot d'acciaio.

Una città dove ti piacerebbe avere una piccola dependance, un piccolo appartamento.

Londra.

Il tuo piatto italiano preferito?

Impepata di cozze.

Il tuo piatto estero?

Un qualche piatto cinese.

Un personaggio a cui daresti il Nobel?

A Satoshi Nakamoto, l'inventore del Bitcoin.

Se fossi una delle quattro stagioni?

Autunno.

La cosa che non sopporti nelle persone?

La mancanza di generosità.

Da bambina, cosa avresti voluto fare da grande?

L'architetto.

Se fossi uno strumento musicale?

Un violoncello.

Se fossi un animale?

Una cavallo.

Quanto conta l'amore per te?

Non so se conta o parla, ci devo pensare.

Un'epoca storica nella quale ti sarebbe piaciuto abitare.

Gli anni 50 del Novecento.

Il tempo passa e porta via con sè tante cose. Ma che cos’è veramente che non va mai fuori moda?

Le giacche.

Arrivi ad una festa. La sala è gremita di persone. Qual è la persona che attira di più la tua attenzione?

Una donna che ride.

Delle persone con le quali hai lavorato, il personaggio maschile e quello femminile che ti hanno colpito in particolar modo e perché.

Per come è posta la domanda, rispondo nel passato. Luigi Maria Ricciardi, il mio professore di dottorato a Napoli, alto, capelli bianchi, colto, brusco e affettuoso. Ginevra Bompiani, perché con lei ho imparato a lavorare da editore e perché è una grande saggista.

Raccontaci un aneddoto curioso, un qualche cosa che ti è capitato durante la tua partecipazione ai festival letterari.

Un festival di Mantova di tanti anni fa ho cercato di convincere Jeanette Winterson che il suo romanzo Non ci sono solo le arance si concludesse nel modo in cui io ricordavo si concludesse. Lei, sfinita, alla fine mi ha trascinato in una libreria e mi ha dimostrato che aveva ragione lei.

Il tuo sogno nel cassetto?

Un romanzo di vampiri.

Cosa è la vera felicità?

Tempo vuoto.

Cosa è la vera bellezza?

Tempo vuoto.

Cosa è la vera libertà?

Tempo vuoto.

Un messaggio a chi ha la passione per la scrittura e vorrebbe realizzare il sogno di vedere pubblicato il proprio libro.

Non consegnare testi che siano solo una buona idea. Non consegnare testi che contengano refusi. Dunque rileggete ossessivamente quello che avete scritto.

L’ultima domanda è sul festival di Gavoi. Sei ormai una di casa. Cosa è per te la Sardegna? Cosa è per te L’Isola delle Storie?

Lo ha detto lei, è casa. Io mi sento in forze nel gruppo che fa vivere Gavoi. La Sardegna, come tutto per me, sono le persone.



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