Midge Ure

MIDGE URE
Dancing With Sardinia In My Eyes

CONCERTI

Uomo sobrio in un mondo rumoroso. Arriva per la prima volta in Sardegna uno degli artisti britannici che con il suo stile, e quella sua voce inconfondibile, ha influenzato la musica di un intero decennio. Quello degli anni ‘80.

Fu il concerto live più importante nella storia della musica. Era il 1985 quando, in mondovisione, venne trasmesso il LIVE AID. Dietro a quella impressionante macchina dello spettacolo e la raccolta fondi per combattere la fame in Etiopia c’erano Bob Geldof e lui, Mr. Midge Ure.

Se c’è un’artista capace di interpretare e abbracciare i più importanti filoni musicali, e sonorità di quel decennio dorato che furono gli anni ‘80, questo è sicuramente James “Midge” Ure. Musicista, compositore e filantropo, capace di muoversi in gruppo (Rich Kids, Visage, Ultravox) o vestire i perfetti panni del solista e produttore, sbarca per la prima volta in Sardegna.
A portarlo nell’isola è Vox Day, organizzazione tutta sarda con interessi in campo nazionale nella promozione della musica e di tutte quelle forme espressive estranee ai meccanismi della grande distribuzione a cui fa capo il Karel Music Expo, il Festival delle culture resistenti.

midge ure Midge Ure sul palco del Karel Music Expo Sono passate le 22.00 di sabato 6 ottobre e il concerto apre subito, con Ure in splendida forma. Insieme a lui sul palco, Russel Field alla batteria, Dave Williamson al basso e Charlie Round-Turner alle tastiere. Primo riff di chitarra per Ure e attacco di batteria, il concerto inizia con la potenza e le liriche di I Remember (Death In the Afternoon) , da Rage in Eden, secondo album dall’ingresso di Midge Ure negli Ultravox nel 1981. Seguono I See Hope In The Morning Light e la struggente Dear God. «Nonostante possa sembrare una canzone per bambini, si tratta di un brano che parla di pace», racconta Ure. «Dear God mi apparve in sogno, tanti anni fa. Mi svegliai all’improvviso con il testo dell’intero brano ben chiaro nella mia testa. Mi alzai, andai nel mio studio, e iniziai subito a registrarla. La terminai in un giorno solo».

Al primo ingresso di sintetizzatore il pubblico, con urla di gioia e sorpresa, sottolinea l’omaggio ai Visage e al compianto Steve Strange, arriva la bellissima Fade To Gray. Dal suo primo album da solista The Gift, del 1985, arrivano poi Call Of The Wild e If I Was.
L’intro inconfondibile e cadenzato di Vienna, sino ad arrivare a Breathe, il pezzo omonimo che diede il nome al suo quarto album da solista. No Regrets, brano del 1968 di Tom Rush, reinterpretato da Ure che dice: «Tra tutti quelli che ho già suonato e suonerò stasera questo è un pezzo che non ho scritto io ma mi è sempre piaciuto e ho voluto riarrangiarlo a modo mio».

Tra pezzi dal repertorio Ultravox e incursioni in quello da solista, il concerto chiude con Hymn, ma il pubblico continua con gli applausi e Midge Ure ritorna sul palco con due perle degli Ultravox. Primo bis con l’Oooh di The Voice, che fa cantare tutti riecheggiando negli spazi all’aperto della Ex Manifattura Tabacchi. Ma è Dancing With Tears In My Eyes, con Midge Ure e Charlie Round-Turner a quattro mani sulle tastiere, a strappare l’ultimo fragoroso applauso di commiato al carismatico artista britannico.

Sedici pezzi in scaletta più due. L'uomo generoso e il grande artista, si concede al suo pubblico per autografare chi da casa si è portato appresso i vinili di Ultravox e Visage. C’è persino una coppia di ragazze, arrivate apposta in Sardegna per il suo concerto, che offrono in dono a Ure una piccola pergamena. Prima di ritirarsi nel camerino ci dice: «Purtroppo partirò domattina. Ho avuto davvero poco tempo per apprezzare la Sardegna. Ma da quel poco che ho visto mi è piaciuta moltissimo».

Mentre scriviamo di lui, Midge è in aeroporto e collegato al suo smartphone consegna, attraverso il suo profilo Twitter, un ultimo saluto alla città che lo ha accolto a braccia aperte: “Thank you Cagliari. My first but not last visit”.



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