luca scarlini

LUCA SCARLINI
Racconti d'autore

ARTE

La sua è una lezione di poetica senza averne l’aria. Al MAN di Nuoro il gradito ritorno di un raffinato narratore, per far rivivere la vita, l’arte e il potere del simbolo di Puvis de Chavannes.

Raccontare Pierre Puvis de Chavannes, l’artista che ha portato il simbolo al centro dell’arte e capace di influenzare artisti come Picasso, Gauguin e Matisse, non è cosa semplice. Per farlo, il direttore del MAN, Luigi Fassi, ha chiamato un grande interprete e raffinato intellettuale: Luca Scarlini.
Conosciamolo meglio raccontato dalla penna di Caterina Ponzano.
Luca Scarlini al MAN di Nuoro, ancora una volta, per proporci, in veste di narratore, un racconto in forma di canti, storie e misteri che ci hanno avvicinato alla comprensione della vera anima del pittore simbolista Pierre Puvis de Chavannes (esposto nel museo fino al 9 giugno 2019) artista che, tra ottocento e novecento, ebbe un impatto fondamentale sulla cultura politica e artistica europea.

Lo avevamo già incontrato in quel magnifico incontro, nell’ottobre del 2018, sempre al MAN, per il finissage della mostra dedicata alla Bohème a raccontarci - come solo lui sa fare - gli aneddoti della Belle Époque e di Henri de Toulouse-Lautrec.
luca scarlini MAN, Ottobre 2018 - Luca Scarlini con il candelabro in mano racconta Henri de Toulouse-Lautrec e la Belle Époque Per farsi una prima idea di chi sia Luca Scarlini non c'è altra strada che quella di ascoltarlo dal vivo. Storyteller è purtroppo il riduttivo termine anglosassone in voga ai nostri giorni, con cui i giornalisti lo presentano nei sintetici comunicati stampa degli infiniti eventi culturali a cui prende parte in Italia e all'estero; con la distratta aggiunta di "drammaturgo, scrittore e saggista". No, non esiste nessun termine per confinarlo in nessun campo o espressione culturale. Il suo sapere è sconfinato, i suoi racconti spaziano nelle epoche e nelle geografie, fino al punto che ogni storia raccontata ci trascina in un’atmosfera misteriosa, sospesa dalle costrittive dimensioni materiche dello spazio e del tempo. Se ne esce straniti.

I suoi racconti hanno il ritmo di un galoppo veloce che attraversa e collega tutte le strade dell'espressione culturale, artistica, letteraria, teatrale e musicale, senza alcun confine nazionale, attraversando sentieri meno battuti, dalla mistica antica fino alla musica pop contemporanea - suoi due recenti saggi su Michael Jackson e David Bowie - storia del costume e della moda, senza dimenticare naturalmente la musica. Memorabile, almeno per chi scrive, un suo intervento al Festival della Mente del 2009: "Il suono di una vita: musica che salva, musica che condanna". Per molti anni è stato anche voce di Raitre nel condurre Radio3 Suite.

Venire ad ascoltarlo è un evento già in sé. Una volta terminato il suo racconto, che può svolgersi in teatri, in spazi museali, biblioteche o gallerie d'arte come nei palchi di molti festival, quasi sempre è il pubblico ad alzarsi con un'espressione di piacevole smarrimento sul volto, quello stupore di chi ha ascoltato storie raccontate in una maniera totalmente capovolta. Un pubblico illuminato da nuove sensazioni, accarezzato da un voce che ha il ritmo di una dolce musica (Luca racconta in metrica).

La verità è che Luca è uno scardinatore del pensare comune, del ben pensare borghese, quel pensare da sempre maestro nel nascondere ciò che non sta bene dire.

Le storie che ci vuole raccontare infatti possono essere violente, vanno a colpire le nostre viscere, perché nell'udire il vero, oscuro aspetto della storia, finalmente l'ascoltatore potrebbe, se pronto, arrivare a scoperchiare qualche nefandezza di sé. Un processo catartico, insomma, molto simile a quello del teatro vero e proprio.

Se qualche volta è capitato di confessare a noi stessi "ah, allora non avevo capito proprio nulla" nei confronti di un'opera letteraria o teatrale, di un quadro o una scultura, ecco che a fianco del narratore Luca Scarlini questo succede quasi sempre.

Lo stupore di chi ascolta in verità nasce dal fatto che Luca ha lavorato nel mondo del teatro in tanta parte del mondo per quasi trent'anni e la scena è il suo habitat naturale, in quanto drammaturgo di lunga storia e direttore di festival di teatro e danza, possiede insomma, con padronanza assoluta, quella qualità che si richiede a chi è attore di professione.

È proprio con quella stessa padronanza e dolcezza musicale che scaraventa sullo spettatore, con le parole del racconto, quel lato oscuro delle cose fuori e dentro di noi, che in fondo nessuno di noi desidera vedere, come in un recente appuntamento: "Nero su bianco: fiabe oscure dal grande Nord" al Teatro Franco Parenti di Milano. Proprio le fiabe, che nell'immaginario di tutti noi si ricordano come luoghi dell'immaginazione infantile più serena, sono un terreno su cui Luca lavora molto, per farci scoprire che la fiaba è proprio il terreno fertile per far emergere l'orrore più nefasto. Ed elaborarlo naturalmente.



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