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TAMURITA
Quei bravi ragazzi dal cuore di Punk
A distanza di anni dall’uscita de “El Matador” la band, capitanata da Sergio Piras leader carismatico e guida spirituale del gruppo, spegne le sue prime 10 candeline con un nuovo monumentale progetto musicale.

Sono le 7.30 del mattino. Potrebbe essere un giorno qualsiasi di una mattina qualsiasi, in un posto qualsiasi. Ma questa è Madrid. A Roma come a Sydney è un febbricitante via vai di auto incolonnate per le vie del centro. Ma qui, nella capitale della penisola iberica, a quest’ora, la città ancora sonnecchia.
Percorro a piedi Carrera de San Jeronimo, respirando una primavera che ha ancora l’aria frizzante dell’autunno. Direzione Plaza Puerta del Sol. Il chiosco dei giornali è la mia prima tappa: El Pais, il quotidiano più letto di Spagna, nella sua pagina dedicata all’arte e alla cultura, oggi 27 marzo 2012, si bagna di colori gitani e di Sardegna e titola:
El plató de Lavapiés – Los sardos Tamurita y los madrilenos Sk-P rueda el barrio un videoclip callejero. Porta la firma di Patricia Ortega Dolz. Giornalista curiosa e donna di grande sensibilità. Una che non si accontenta di raccontare le cose stando coi gomiti alla finestra e i piedi nelle pantofole ad osservare il mondo dietro a un vetro. No, Patricia deve sentire gli odori della gente, mescolarsi en la calle. Già dai primi giorni di riprese del nuovo videoclip, Dans la musique, ha voluto percorrere con tutto lo staff e i Tamurita le strade e le piazze di Madrid fin dentro Lavapiés, il barrio più popolare e cosmopolita della capitale spagnola. Ascoltare parole e melodie e osservare, senza mai interferire, il dialogo artistico tra Sergio Piras e “Pulpul”, Roberto Gañán Ojea, leader e vocalist degli Ska-P, uno dei gruppi più influenti e conosciuti nel panorama dello Ska-Punk a livello internazionale.
Dans la musique è un coro a tre voci: Momar Gaye in francese, Pulpul in spagnolo e Sergio Piras in italiano. Le sue tracce partono dalla Sardegna per arrivare negli studi londinesi di Mark Wallis, produttore e ingegnere del suono per gruppi come REM, U2, The Smiths e Talking Heads.
«Sono testi dai toni polverosi, ruvidi. Ci vuole coraggio per spogliare le ipocrisie.»
I suoni si fanno ancora più melodici e accattivanti ad accompagnare le liriche di un brano disperatamente bello, che oggi fa parte dell’ultimo album della band cagliaritana: I GRAFFI DEL TEMPO.
Già dalla copertina si avverte quella che è la loro urgenza: maneggiare la Terra con cura, il rischio è che ci esploda tra le mani.
Brani molto diversi tra loro e già dal primo ascolto si ha la sensazione di qualcosa di nuovo, destinato a fare da spartiacque tra passato e presente.
Amazon, alla voce “genere” li classifica come Alternative Rock, certamente Indie, ma qui c’è anche ska, reggae, bluegrass, e tanto Punk come in Giochi di potere. Sono testi dai toni polverosi, ruvidi. Ci vuole coraggio per spogliare le ipocrisie. Nelle loro parole spesso le ellissi viaggiano di pari passo con messaggi diretti e abrasivi. Anafore battenti “Terra arida, Terra che ha sete, Terra depredata, Terra orfana e ferita, Terra condannata dalla brama di conquista” come nel brano Note di Luce cantato insieme a Claudia Aru e Alessia Tondo, che tuonano come un lancio di sassi in una cristalleria.
Non è una ricerca cosmetica, ma un grido di rabbia per raccontare le magrezze e le deformità di una terra depredata, sempre più arida e assetata di giustizia. Un identità, la loro, che non è affidata al denaro o al potere, ma alla voglia di raccontare in musica lo spleen di un intera generazione. Gitani e bohème i Tamurita sono una band che ama la diversità, le sperimentazioni. Ecco che il brano I GRAFFI DEL TEMPO, che da anche il titolo all’album, (ascoltate la magnifica tromba di Riccardo Erba e il reef di chitarra, molto blues-country di Andrea Zedda) conferma la loro voglia di contaminazione e di nuove inesplorate progettualità. Foriero di nuovi influssi, per l’opus magnum dei Tamurita, Sergio Piras ha chiamato a corte alcune delle voci più belle della Sardegna: da Beppe Dettori a Bujumannu, da Alberto Murru alla straordinaria voce di porcellana di Sista Namely. Beppe Dettori, ex voce dei Tazenda, che duetta nel brano insieme a Sergio racconta: «è un amicizia nata dalla passione e dalla voglia di percorrere strade nuove. Come VOCES per esempio.»
Sergio Piras è il leader carismatico e guida spirituale che in 10 anni ha tragettato la band verso nuove sonorità e interessanti derive stilistiche. Ad una capigliatura brada lui ha scelto la testa rasata. I suoi occhi, quello sguardo, sono anche la sua carta d’identità. Ha una risata contagiosa capace di dare la carica, iniettare entusiasmo. Una chiacchierata iniziata durante la preparazione dei nuovi scatti per I GRAFFI DEL TEMPO, proseguita durante le varie fasi di preparazione dell’album – anche negli studi di registrazione – e arrivata alla stesura di questo articolo durante una cena a casa di Sergio.

Sergio in tre aggettivi.

Umile, determinato, sognatore.

La tua vita in un film: a chi affideresti la regia?

Quentin Tarantino.

Il brano musicale che farebbe da colonna sonora?

Solitary Man.

Se fossi un mese dell'anno?

Maggio.

Cosa è IN cosa è OUT?

Essere costruttori della vita. Essere distruttori.

Il tuo motto?

Cadere e rialzarsi sempre.

Cosa è per te l'Italia?

Un bel paese che non tutela più il suo popolo.

Un oggetto romantico.

Un fiore.

La parola da eliminare dal vocabolario?

Egoismo.

Il tuo film preferito?

Pulp Fiction.

Il tuo colore preferito?

Bianco.

Il tuo numero porta fortuna?

6

Che cos'è la TV?

Un semplice svago.

Come dovrebbe essere la tua casa delle favole nella quale abitare?

Una casa circondata da tanti alberi..

Nel tuo guardaroba non devono mai mancare:

Pantaloni militari.

Cos'è la felicità?

Una giornata in perfetta armonia.

La tua più grande paura?

Non vedere la luce alla fine del tunnel.

Come ti vedi tra 10 anni?

Con una grande esperienza alle spalle.

Arredamento: classico, rustico o moderno?

Rustico e moderno.

Tre oggetti dai quali non ti separeresti mai?

Chitarra, anfibi e rasoio elettrico.

Il tuo cartoon preferito?

Kyashan.

Una città europea dove ti piacerebbe avere una piccola dependance, un piccolo appartamento.

Parigi.

Il tuo piatto italiano preferito e quello estero?

Tagliatelle ai funghi porcini. Cous cous alle verdure.

Sei golosissimo di?

Crostacei.

Un personaggio a cui daresti il Nobel?

Nelson Mandela.

Se fossi una delle quattro stagioni?

Primavera.

La cosa che detesti di più nelle persone?

Invidia.

Sergio bambino cosa avrebbero voluto fare da grandi?

Il cantante.

Parliamo di musica. Nel panorama internazionale chi ti ha ispirato lungo tuo percorso artistico?.

U2, Mano negra, Manu Chao, The Clash.

Se fossi uno strumento musicale?

Una chitarra.

Se fossi un animale?

Lupo.

Quanto conta l'amore per te?

Tanto.

Un epoca storica nella quale ti sarebbe piaciuto abitare.

Medioevo.

Il tempo passa e porta via con se tante cose. Ma che cos’è veramente che non va mai fuori moda?

La musica.

Arrivi ad una festa. La sala è gremita di persone. Qual'è la persona che attira di più la tua attenzione?

Quella più originale.

Raccontaci un aneddoto curioso, un qualche cosa che ti è capitato lavorando nel mondo della musica.

Sentirmi dire di utilizzare la musica per scoprire te stesso.

Sei felice?

La felicità è fatta di momenti.

Il tuo sogno nel cassetto?

Viaggiare il più possibile attraverso la musica.

In tanti vorrebbero uscire dalle cantine o dai garage per farsi conoscere dal grande pubblico. Un messaggio da lanciare a tutti i ragazzi e ragazze che vorrebbero far diventare mestiere questa passione.

Crederci sempre!

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