L'iSola delle Storie

L'ISOLA DELLE STORIE 2019
IL PRELUDIO

ARTE E LETTERATURA

L’estetica di Balka a Gavoi, tra flussi di coscienza, cascate di whisky che raccontano storie a piccoli lettori creativi, e racconti dalle oscure trame di banditi leggendari

La strada che porta a Gavoi in questo luminoso mese di giugno, passando per Mamoiada prima e per Lodine poi, è una lunga lingua di asfalto circondata da boschi secolari dagli intensi profumi di una estate che ha tardato ad arrivare.

Prima che quelle piazze diventino vocianti e animose, Gavoi con l’Isola delle Storie, quest’anno alla sua sedicesima edizione, ci accoglie nel suo preludio, coi muri tappezzati dai volti di Intintos, progetto fotografico in divenire di Daniela Zedda.

Appuntamento iniziale all’ingresso del Museo del Fiore Sardo (ex Casa Lai), per poi spostarci rapidamente all’ultimo piano dello stesso edificio. Il pubblico viene accolto dal presidente del festival Marcello Fois in compagnia del direttore del Museo MAN di Nuoro, Luigi Fassi. Con loro anche il sindaco di Gavoi, Giovanni Cugusi.
isola delle storie Mario Buttu (primo sindaco di Gavoi ad inauguare l'Isola delle Storie), Marcello Fois, Luigi Fassi e Giovanni Cugusi. Anno dopo anno, l’Isola delle Storie diventa volano di crescita, di opportunità e di confronto, soprattutto e non solo, per chi vive il cuore della Sardegna coi suoi piccoli centri, così come sottolinea il sindaco Cugusi: «Grazie al festival si ha la possibilità di immergersi in un clima positivo, propositivo e creativo. Un clima che da ulteriore senso e stimoli al vivere in questi luoghi».

Davanti a Buttu, Fois, Cugusi e Fassi a troneggiare solitaria nella grande sala espositiva l’opera Sweets of Sin - Le dolcezze del peccato del polacco Miroslaw Balka.

È proprio il direttore del MAN a spiegarci l’opera di Balka, la felice osmosi disciplinare tra il festival di Gavoi e le intuizioni espositive del museo di arte contemporanea di Nuoro. «Da quando sono arrivato nel maggio dell’anno scorso, qui è la terza mostra a l’Isola delle Storie. Già dall’inizio ci eravamo proposti di portare avanti, sì la tradizione di collaborare con l’Isola delle Storie, ma anche affinare il rapporto specifico tra le proposte che andavamo a fare con il MAN e il contenuto del festival, che sono le storie, la pagina scritta, i racconti e la volontà di tutti noi come ascoltatori e lettori di immergerci nel mondo della letteratura. Se l’anno scorso abbiamo provato a rispondere a tutto questo con un’opera sola di uno dei più grandi artisti viventi europei, Hans Peter Feldmann, quest’anno abbiamo voluto proseguire con lo stesso format che è quello di fare una mostra monografica di un grande artista del nostro tempo che è Miroslaw Balka, scegliendo una sola opera. Sweets of Sin - Le dolcezze del peccato viene da un romanzo erotico, di scarso valore, acquistato in una bancarella dell’usato di Dublino che Leopold Bloom, protagonista dell’Ulisse, regala a sua moglie Molly»
Sweets of Sin di Miroslaw Balka 250 x 280 x 120 (Sweets of Sin) di Miroslaw Balka Una grande sala disadorna, pareti bianche e un bel tavolato sul pavimento, ad accogliere “la fontana” di Balka. Perché questa scelta minima?
«Siamo abituati a vedere mostre che ci costringono a seguirle con dei ritmi serrati, oggi invece, come un anno fa, la sfida è di pensare che una mostra possa essere una sola opera. Quindi proviamo ad asciugare il rumore, la fatica, ma anche il fastidio di assistere a mostre più imponenti e aggressive per provare a immergerci nell’immaginario che un artista ci offre. Esattamente come fa uno scrittore che con un racconto, anche di poche pagine, quindi con un mezzo materialmente minimo, ci sa aprire un universo di simboli, di mondi e di idee».

Il creazionismo linguistico di Joyce in una fontana, in un’opera, che Fassi racconta anche come: «Un ritratto di James Joyce in una forma fondamentalmente astratta. Un’opera che mette insieme elementi molto alti, come la riflessione sul flusso di coscienza, ed elementi bassi, come ad esempio quello che possiamo incontrare nel fluire di questo whisky in un ciclo continuo. Con questi mezzi minimi viene evocata una idea di letto, di seduta, di Joyce. L’idea di un corpo adagiato e stordito dall’alcol sino alla necessità di esercitare l’atto della minzione».

Suggestioni che Balka attinge da due libri di Joyce: l’Ulisse, già citato prima, e Finnegans Wake.
«Un’opera che mette in gioco la sinestesia, la multisensorialità: la possiamo vedere, la possiamo udire, e la possiamo odorare. L’insieme di tutti questi elementi, in ultima istanza, sono un omaggio, anche ironico, ai nostri desideri, alle nostre debolezze, al nostro confronto con la corporeità, alle cadute che caratterizzano inevitabilmente la vita di ciascuno di noi ma anche alla rinascita, ai nostri sogni e alle nostre speranze»
Anna Brotzu e Andrea Congia Anna Brotzu e Andrea Congia, sul palco nel cortile di Casa Maoddi La chiusura del preludio si avvicina nel cortile di Casa Maoddi. Sono le raffinate sfumature melodiche e la timbrica inconfondibile della fisarmonica di Pierpaolo Vacca ad anticipare l’ingresso sul palco del premio “Crescere Leggendo”, dedicato agli alunni degli Istituti Comprensivi di Gavoi e Orani e del “Maccioni” di Nuoro.

Anna Brotzu, voce narrante, e Andrea Congia alla chitarra ci accompagnano, infine, verso l’epilogo con l'avvincente reading Memoria del Vuoto, la leggenda della Tigre d’Ogliastra, tratto dall’omonimo romanzo di Marcello Fois.

Arte e letteratura, nelle derive emozionali di un luogo che incanta e non smette mai di stupire. L’estatica attesa a cui l’Isola delle Storie ci ha abituati è terminata. Preparatevi ad innamorarvi come davanti a un quadro, in compagnia o in solitaria letizia: l’appuntamento è dal 4 al 7 luglio. E le premesse ci sono tutte: sarà un festival ricco di sorprese.



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