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GIOVANNI GASTEL

INTERVISTA

Immagini di elegante nitore che hanno la capacità di attraversare talentuosamente il passare del tempo, dove dentro c’è tutto: teatro, pittura, letteratura. Nella sua fotografia la passione è eleganza, la forma poesia.

Se dovessi mescolare i suoi talenti in un’unica stringente definizione mi piacerebbe descriverlo come: il grande classicista della fotografia moderna. Settimo figlio di sette figli. Non so perché ma, come per Johann Sebastian Bach, ho sempre pensato che dietro a questa combinazione di numeri e fato ci sia sempre stata un'alchemica possibilità di fortune legate indissolubilmente all’arte.

Giovanni Gastel è una figura che assomma in sé il dandy vittoriano dai profumi speziati e il pittore rinascimentale, il fotografo e il poeta, in un continuo gioco di rimandi e di travasi come se tra i due profili artistici non ci fosse nessuna linea di confine.

Inutile elencare i nomi del mondo della moda e dello spettacolo che si sono prestati al suo sguardo, alla sua insaziabile voglia di ricerca. Gastel sperimenta con la luce come se si trattasse di materia tattile. Non ha segreti, e nella sua vocazione alla condivisione e al racconto, quando pubblica un suo scatto parla del beauty dish, dei pannelli, degli archi di led utilizzati e della posizione di ogni singola fonte di luce, diretta o riflessa. Vi potrebbe dare tra le mani la sua macchina fotografica pronta per lo scatto: ma non riuscirete mai ad arrivare allo stesso risultato.

Non ho mai creduto nella tecnica, la fotografia è una forma di pensiero. Nella fotografia di Gastel il pensiero assume i connotati di un romanzo. Sono immagini iconiche, cariche di un significato che rimanda a qualcosa che deve essere ancora raccontato. Ogni fotografia non si esaurisce mai in se stessa. La fotografia per lui è come un figlio in cui c’è sempre qualcosa di eccezionale e qualcosa di incompiuto. Non ci sono solo gli sguardi di donne e uomini, ma un significato più profondo, qualcosa che ti porta dritto negli abissi di quelle anime. Una ricerca nobile e pura che non ha niente a che fare con qualcosa di romantico ma a qualcosa che abbraccia - e ricerca - incessantemente la poesia, la verità.

Un filo rosso lo connette alla Sardegna: Angelica Grivel. La giovanissima scrittrice sarda, fotografata nello studio di Milano di Gastel, dell’incontro con lui scriverà: “Fù uno tra gli episodi più incisivi della mia vita”.

Giovanni Gastel in tre aggettivi:

Combattivo, malinconico, ironico.

La tua vita in un film: a chi affideresti la regia?

A Luchino Visconti.

Il brano musicale che farebbe da colonna sonora?

Pezzi Di Vetro, di Francesco De Gregori.

Se fossi un mese dell'anno?

Dicembre.

Cosa è IN cosa è OUT?

In l’eleganza (anche come valore morale), Out la volgarità.

Il tuo motto?

All’attacco.

Cosa è per te l'Italia?

È mia madre.

Cosa è per te la fotografia?

Una necessità fisica.

Un oggetto romantico.

Detesto il romanticismo.

La parola che vorresti abolire dal vocabolario?

Ascella.

Il film che più di tutti abita il tuo cuore?

Morte a Venezia, di Luchino Visconti.

Il libro che ti ha rapito.

Il lupo della steppa, di Herman Hesse.

Il tuo colore preferito?

Verde.

Il tuo numero portafortuna?

8

A chi faresti scrivere la tua biografia?

Me la sono scritta da solo.

La prima cosa che pensi associata alla parola “Passione”?

Frutta della...

Come dovrebbe essere la tua casa delle favole nella quale abitare?

Su un albero.

Nel tuo guardaroba non devono mai mancare:

Le camicie di "Luchino Camicie”.

Sei felice?

Ogni tanto.

La tua più grande paura?

Che questa serie di domande sia infinita (ride).

Come ti vedi tra 10 anni?

Vecchio.

Arredamento: classico, rustico, moderno o...?

Dipende da dove è situata la casa.

Tre oggetti dai quali non ti separeresti mai.

Non nutro verso gli oggetti un amore feticistico.

Il tuo cartoon preferito?

Peanuts.

Una città dove ti piacerebbe avere una piccola dependance, un piccolo appartamento.

Parigi, dove ho abitato per 12 anni.

Il tuo piatto italiano preferito?

Risotto giallo coi tartufi.

Il tuo piatto estero?

Chateaubriand.

Un personaggio a cui daresti il Nobel?

Il poeta Vittorio Sereni.

Se fossi una delle quattro stagioni?

Estate.

La cosa che odi - o non sopporti - di più nelle persone?

Lo sfoggio di modestia.

Da bambino, cosa avresti voluto fare da grande?

Qualunque cosa nel campo artistico.

Se fossi uno strumento musicale?

Un oboe.

Se fossi un animale?

Una lucertola.

Quanto conta l'amore per te?

Relativamente.

Un epoca storica nella quale ti sarebbe piaciuto abitare.

Sono contento di quella in cui vivo, per le altre nutro un vivo interesse storico.

Il tempo passa e porta via con sè tante cose. Ma che cos’è veramente che non va mai fuori moda?

Il rigore morale.

Arrivi ad una festa. La sala è gremita di persone. Qual è la persona che attira di più la tua attenzione?

Quella più bella, perché sono attratto dalla bellezza.

Delle persone con le quali hai lavorato, il personaggio maschile e quello femminile che ti hanno colpito in particolar modo e perché.

L’editore ed art director Flavio Lucchini per la sua lucida e semplice capacità di ottenere il meglio da te, e sua moglie Gisella Borioli, direttrice di Donna Magazine, per avermi guidato nei primi anni con intelligenza e durezza.

Raccontaci un aneddoto curioso, un qualche cosa che ti è capitato durante il tuo lavoro.

La strabiliante fiducia in me del suddetto Flavio Lucchini nell’affidarmi appena 25enne la copertina di Donna, benché non avessi scattato altro fino ad allora che Nature Morte.

Il tuo sogno nel cassetto?

Fotografare il nulla e ottenere una foto senza ombra di dubbio di Gastel.

Cosa è la vera felicità?

Fare quello che ami.

Cosa è la vera bellezza?

Un equilibrio di piccoli difetti che rendono quell’essere umano unico.

Cosa è la vera libertà?

Portare senza limitazioni il proprio pensiero ovunque.

Per concludere: un messaggio a chi ha la passione della fotografia e vorrebbe poter diventare un bravo fotografo.

Cercarsi profondamente e definirsi in un aggettivo. Lavorare sulla propria differenza (che è in tutti come dimostrano DNA e impronte digitali) vedere il mondo da quella lieve distonia e raccontarlo per immagini.

Photo Cover and Photo Gallery, courtesy of Giovanni Gastel - Gastel's Portrait by Marina Alessi.


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