SIMONE BELLI

simone belli

MAKE-UP ART

Dalle strade in cui giocava da bambino alla Mostra del Cinema di Venezia, da quelle vecchie case abbandonate alla corte di Chanel: «Ho sempre avuto una grande ossessione: trasformare ciò che era brutto in qualcosa di interessante»

Forse a vivere nella bellezza ci si fa l’abitudine. E oggi quando si parla di bellezza è invalso l’uso di accostarla figuratamente al volto di qualcuno.

L’incontro che stiamo per raccontarvi lo abbiamo voluto, ricercato, aspettato. Questo incontro ha il volto, il corpo, la mente ma soprattutto le mani di un artista che intorno alla bellezza ha costruito e intessuto relazioni professionali e contatto umano.

Poliedrico e curioso, Simone Belli - Makeup Designer per L’Oréal Paris - ha l’eloquio fluido di chi è abituato a parlare a tutte le latitudini di una materia che abita da sempre il centro delle sue passioni: l’arte del trucco. Ma è anche un uomo fatto di uno charme sofisticato e indefinibile. Lo annoia l’ordine eccessivo: «Se arrivo in una casa e non vedo qualcosa fuori posto mi viene voglia di spaccarla a picconate».

Simone Belli La perfezione è un luogo astratto. «Da quando ero bambino sono sempre stato attratto da tutto ciò che era in rovina, abbandonato. La mia ossessione era far diventare abitabili le rovine di case o il capannone sotto casa. Quindi andavo li con gli amici e iniziavo a togliere calcinacci e rivestire le pareti di cartone. Poi mettevo i fiori, le tendine, il tavolino. Che è un po’ quello che faccio oggi. Sono ossessionato da ciò che è brutto per trasformarlo non necessariamente in bello, ma in qualcosa di interessante».

Oggi questa ossessione, questa passione, la trasmette ai suoi allievi. E se la bellezza gode da sempre di un’oggettualità ambigua, truccare un volto significa allora trasformarlo in qualcosa di nuovo, in qualcosa di interessante. Questa è un’arte che si fa circoscrivere dalla materia e dal segno e che mescola istinto e fantasia in una ramificata rete di regole.

Simone, si muove alacre tra le postazioni con il rigore e l’orchestrazione di un grande couturier. Modelle che si rimirano allo specchio. Pennelli che si muovono lungo il perimetro di una bocca. Interroga con aria distratta.
Pone domande come se non ne conoscesse la risposta. Corregge in maniera precisa, con una severità che non si fa mai offesa. Ha un senso dell’umorismo e una gestualità quasi teatrali e si presta ben volentieri ad autoscatti dal broncio carnale al fianco dei suoi studenti. «Lavorare con Simone, averlo come maestro, è un esperienza energizzante. Ti da la carica», ci dice con occhi sorridenti una sua allieva alla Faery Academy.

Chiediamo a Silvia Cannas e Luca Deiana, che della Faery Academy di Cagliari sono i titolari, a chi siano indirizzate queste sessioni formative. «Il corso è rivolto ai professionisti che operano nel settore della bellezza e della moda ma anche a coloro che si preparano a farne parte non avendo nessuna preparazione di base. È progettato per chi avverte la necessità di completare il proprio profilo, sviluppando competenze professionali indispensabili e offrire servizi evoluti e di grande impatto commerciale. In più, dal giugno di quest'anno, la Faery Academy, anche grazie all'alto livello di questi corsi, è diventata un'agenzia formativa accreditata dalla Regione Autonoma della Sardegna».
Simone Belli

Come è stato pensato e costruito il corso con Simone Belli e il suo staff? «Il modulo è articolato in 10 incontri in cui i docenti interagiscono con i corsisti sviluppando prospettive concettuali e operative che spaziano dall’apprendimento delle tecniche accademiche del make-up allo studio morfologico del viso, sino alla contaminazione degli stili contemporanei imposti dalla moda e dalle tendenze».

Ma Simone Belli non è solo l’insegnante creativo e stimolante che tutti ci raccontano. Il suo nome è legato a uno staff di persone che, insieme a lui, seguono di tutto: dalle passerelle dell’alta moda, ai set cinematografici sino a quelli degli studi fotografici più prestigiosi per le campagne pubblicitarie. È facile trovare di lui immagini e filmati, indirizzi e programmi. Ma chi è Simone lontano dal patinato mondo del glam e della moda?

Simone in tre aggettivi:

Pignolo, passionale, lunatico.

La tua vita in un film: a chi affideresti la regia?

A Dario Argento!

Il brano musicale che farebbe da colonna sonora?

La Regina Della Notte.

Se fossi un mese dell'anno?

Il mio: febbraio.

Cosa è IN cosa è OUT?

È Out l’abbronzatura. È IN la libertà di espressione, in ogni sua forma.

Il tuo motto?

Chi non risica non rosica.

Cosa è per te l'Italia?

La amo, ci sto perché ci sono nato. Un Paese ricco di arte, siamo cultori dello stile, della bellezza e dell’eleganza. Ma siamo anche un Paese fermo. L’Italia non è, a parer mio, al passo col mondo.

Cosa è per te la musica?

La musica è emozione. La musica ha la capacità di comunicare con la parte più interiore, quella più nascosta, di ognuno di noi. Quindi con il nostro inconscio.

Un oggetto romantico.

Le candele.

La parola che vorresti abolire dal vocabolario?

“Impossibile” ovvero “Non si può fare”

Simone Belli

Il film che più di tutti abita il tuo cuore?

Il primo Twilight. Quel film mi ha fatto sognare, innamorare.
E poi c’è Opera di Dario Argento. Ma se proprio devo dirla tutta preferisco i cartoni animati.

Il tuo colore preferito?

Se mi devo vestire: il nero. Se devo truccare: il rosso, il vinaccia e il bronzo.

Il tuo numero portafortuna?

17

La prima cosa che pensi associata alla parola “Passione”?

Colore

Come dovrebbe essere la tua casa delle favole nella quale abitare?

La mia, quindi “strana”. Con luci, penombre, candele e pietra. Io amo la pietra, ma niente legno. Non mi piace questo materiale. Una casa su due livelli. E poi deve avere un’atmosfera magica.

Nel tuo guardaroba non devono mai mancare:

Calzini colorati.

Sei felice?

Dipende cosa intendiamo per felicità.

La tua più grande paura?

Perdere i miei cari.

Come ti vedi tra 10 anni?

Non mi proietto mai in avanti. Mi piace concentrarmi sui grandi progetti, vivendo pienamente il presente. 10 anni sono tanti, ma se proprio devo fare uno sforzo per guardare così in avanti allora spero di aver realizzato altri 3 obiettivi che ho in cantiere.

Arredamento: classico, rustico, moderno o...?

Io sono per il moderno “caldo” e ricercato che calza perfettamente con la mia personalità. La mia casa deve parlare di me. Raccontare chi sono.

Tre oggetti dai quali non ti separeresti mai.

Anche se son sono così attaccato alle cose materiali, non mi separerei dalla mia carta di credito, la mia borsa perché dentro ci posso mettere di tutto e, anche se può sembrare brutto, il mio cellulare.

Il tuo cartoon preferito?

Candy Candy.

Una città dove ti piacerebbe avere una piccola dependance, un piccolo appartamento.

Londra.

Il tuo piatto italiano preferito?

I pomodori ripieni di riso.

Il tuo piatto estero?

Sperimento e assaggio di tutto, ma non c’è nulla che mi piaccia come il mangiare italiano.

Un personaggio a cui daresti il Nobel?

Nessuno

Se fossi una delle quattro stagioni?

Assolutamente l’inverno!

La cosa che odi di più nelle persone?

L’ipocrisia.

Da bambina/bambino cosa avresti voluto fare da grande?

Quello che faccio.

Se fossi uno strumento musicale?

Il violino.

Se fossi un animale?

Un gatto.

Quanto conta l'amore per te?

L’amore è alla base di tutto. Una vita senza amore non esiste.

Un epoca storica nella quale ti sarebbe piaciuto abitare.

L’epoca della regina Maria Antonietta.

Il tempo passa e porta via con sè tante cose. Ma che cos’è veramente che non va mai fuori moda?

La volontà di esprimere se stessi. La capacità di essere eleganti.

Arrivi ad una festa. La sala è gremita di persone. Qual è la persona che attira di più la tua attenzione?

Nessuna, perché me ne vado.

Delle persone con le quali hai lavorato, il personaggio maschile e quello femminile che ti hanno colpito in particolar modo e perché.

Non te lo posso dire. Tutti (ride)

Simone Belli

Raccontaci un aneddoto curioso, qualcosa che ti è capitato lavorando come make-up artist.

Di aneddoti da raccontare ce ne sono tanti. Molti sono privati. Però posso dire che la cosa divertente è che mi trovo spesso – tutti i giorni - a lavorare in ambienti che al di fuori sono visti “impeccabili”, “perfetti” e vivo situazioni di insicurezze, follie che superano quelli delle persone normali. Trovarsi in un mondo che dovrebbe essere “perfetto” o almeno, visto al di fuori, come tale è invece spesso peggio di quello che uno si possa mai immaginare.

Il tuo sogno nel cassetto?

Raggiungere nel più breve tempo possibile gli ultimi obiettivi che mi sono posto che, ovviamente, non vuol dire aver raggiunto tutto. Io sono dell’avviso che nella vita bisogna fare delle scelte che presuppongono delle rinunce. Ma dopo questo dedicare molto più tempo a me stesso e alle persone care che mi stanno vicino. Perché nella corsa agli obiettivi a un certo punto non vedi più il panorama. E in questa fase della mia vita mi sta succedendo un po’ questo. Ho davvero voglia di avere più tempo per condividere tutto quello che ho fatto e realizzato con la famiglia, i miei nipoti, e gli amici più vicini ma anche con una persona importante nella mia vita. Questo è quello che mi auguro da qui a due anni.

Cosa è la vera felicità?

La purezza del bambino. Essere felici per le cose più piccole. Come quando eravamo piccoli che magari ti batteva forte il cuore perché ti era entrata una farfalla dentro casa, o avevi trovato il quadrifoglio.

Cosa è la vera bellezza?

È quella involontaria. Quella dove tu non ti impegni a mostrarla agli altri, ma agli altri arriva comunque. Un grande carisma, una grande personalità, una grande capacità di ammaliare.

Che messaggio daresti ai ragazzi di oggi che vorrebbero diventare dei grandi Make-Up Artist?

Il make-up è una disciplina artistica. Questo vuol dire che si fa solo quando ci credi veramente. Questo vuol dire anche essere pronti a grandi sacrifici. Non ci si può avvicinare a questa disciplina solo perché convinti che si guadagnino tanti soldi facilmente. Mai mettere il denaro davanti al piacere di fare questo mestiere. Ancora oggi faccio dei lavori dove non guadagno niente solo per il fatto che mi piacciono e mi emozionano. Mai iniziare a fare il truccatore con l’idea: “voglio fare un lavoro”. Qui si segue una passione. Il piacere di seguire una grande passione.


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