UN MIRACOLO CHIAMATO TURANDOT

claudio piras moreno

TEATRO

Cosa hanno in comune Sciola e Puccini? Philippe Daverio, al Teatro Lirico di Cagliari, per presentare la più visionaria delle Turandot.

È il teatro della gente. Il rifugio di chi ha lasciato la tv spenta e di chi un televisore non ce l’ha per nulla. Questo è il Teatro di un'Italia che noi tutti agogniamo da sempre. Quella che incantata dal suono del Pifferaio Magico della cultura, e della passione per il sapere, accorre verso quel fiume per poi tuffarvisi. Numeri che nessuno prevedeva. Pinuccio Sciola qualche minuto prima che le porte del Teatro Lirico di Cagliari si aprissero al pubblico ci dice: «verranno, si e no, 50-80 persone».

E invece no: oltre 1200 persone hanno invaso il teatro per ascoltare e assaporare un anteprima di quella che, a detta di molti, si preannuncia come la Turandot più monumentale della storia dell’Opera: raccontata dalla bocca dal più accattivante ed elegante critico d’arte del nostro Paese: Philippe Daverio.
«Devo fare i complimenti a tutti quelli del Teatro», sottolinea Daverio, «Dal sovraintendente, Mauro Meli, per arrivare sino a chi ha lavorato duramente dietro le quinte. Per essere riusciti, oggi, a ricombinare un percorso artistico complesso come quello di Pinuccio Sciola con quella che è, a mio parere, l’ultima grande opera d’avanguardia della storia della prima metà del ventesimo secolo della musica italiana; e quindi della musica mondiale. Essere riusciti a combinare queste due cose è abbastanza vicino al miracolo»

In attesa che «il grande sipario della natura» - così come lo ha definito lo stesso Sciola – apra al grande pubblico a partire dal 27 giugno sino ad agosto inoltrato, un bellissimo libro - già in stampa in questi giorni - racconterà la genesi di questo piccolo miracolo. Dalla casa-atelier di Pinuccio Sciola alle suggestive immagini raccolte dietro le quinte nei mesi precedenti alla preparazione di questa monumentale Turandot.

Conclude Daverio: «Mettere in scena questo spettacolo con le scene di Sciola e la musica di Puccini ci porterà ancora una volta a capire questo fatto fantastico: che la modernità si inventa ogni giorno».

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