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Paolo Mura, Pipistrello, 2019, fildiferro e ceramica. Installation view

NELLA CASA DEL PIPISTRELLO

ARTE

Sono sacri per i buddisti e vicini al diavolo per i cristiani. A Nuoro tre artisti, per interpretare la vita, il mito e la leggenda, dell’unico mammifero al mondo capace di volare

Si intitola E fu la notte, con esplicito e sofisticato rimando al brano che nel 1961, in coppia con Nuvole barocche, dava vita al primo 45 giri di Fabrizio De André. Eppure, a tutta prima, è difficile pensare che il tema dell’ultima mostra appena inaugurata nello spazio espositivo di MancaSpazio a Nuoro, a cura di Chiara Manca, sia un amore tramontato, affine a quello messo in versi e in musica in questa prova aurorale – e a oggi quasi caduta nell’oblio – del cantautore genovese.

Perché non è certo il sentimento per antonomasia il primo pensiero quando ci si trova vis à vis con un pipistrello, controversa bestiola a cui è dedicato l’allestimento e che accoglie il visitatore in tre differenti attitudini: sfoggiando l’ampiezza delle fauci e dell’apertura alare al centro di una serigrafia di Robert Rauschenberg (Bat, 1973), rivelando la sua natura predatoria e famelica nella scultura in fil di ferro di Paolo Mura, schierandosi in formazione multipla e addirittura parentale nei dipinti a olio di Laura Saddi. Sull’atmosfera post-crepuscolo, invece, nessuna perplessità: i chirotteri sono creature delle tenebre, ben contenti di avvolgersi sotto le coltri di un buio amico e complice che ne ammanta la natura di autentico mistero e che fa il paio con la percezione ambigua che da sempre li accompagna. Una doppiezza non a caso esaltata anche in catalogo: «esseri enigmatici e sfuggenti», ricorda la curatrice, «volano ma non solo uccelli, cacciano di notte anziché alla luce del giorno, sono sacri per i buddisti e vicini al diavolo per i cristiani, si annidano nell’immaginario occidentale come demoni, più vicini al mondo della fantascienza, del vampirismo, dell’oscuro che alla zoologia».
Laura Saddi, Pipistrelli, 2019, olio su tela. Installation view Laura Saddi, Pipistrelli, 2019, olio su tela. Installation view Che sia forse e dunque questa la chiave di lettura della bella occasione espositiva visitabile tutti i giorni dal lunedì al sabato dalle 17.00 alle 20.00 fino al 10 prossimo dicembre? Non solo un ulteriore omaggio al lavoro svolto dall’indimenticata Sandra Piras, che proprio all’interno della sua storica galleria Chironi88 portò nel capoluogo barbaricino l’opera del maestro americano dell’arte pop e neodada, ma anche una riflessione sugli stati intermedi della percezione, quelli in cui capita di cadere al cospetto di fatti, oggetti, persone e – come in questo caso – animali. La stessa canzone di De André, dopotutto, sfuma i contorni dell’epilogo definitivo per concedere il beneficio salvifico del dubbio: «ma se ti dico: “Non t’amo più”», chiosa l’autore, «sono sicuro di non dire il vero».

Passato ogni eventuale timore, ecco dunque che i pipistrelli di Paolo Mura e Laura Saddi appaiono sotto una luce nuova, quasi confidenziale. L’elaborata creatura in metallo rugginoso che spiove sulla testa del visitatore non appena varcato l’ingresso – ridestando il pregiudizio duro a morire che l’animale ami avvinghiarsi alle chiome degli umani – è colto un attimo prima del pasto, a poca distanza da quello che si presenta come un insettario assortito di esemplari adatti al suo consumo: esserini volanti e zampettanti chiusi in box di legno, riposti all’interno di una nicchia che pare deputata all’ostensione di un vero e proprio “cibo in scatola” di qualità eccellente per saziare l’appetito del chirottero a caccia.
Robert Rauschenberg, Bat, 1973, serigrafia Robert Rauschenberg, Bat, 1973, serigrafia Nella parete di fronte, a incrociarne lo sguardo di lucida e nera ceramica, ecco invece la griglia geometrica di un albero genealogico in cui trovano posto i componenti di una numerosa bat-famiglia: racchiusi in mini-cornici dorate di foggia tondeggiante o squadrata, in tutto simili a medaglioni o ritratti d’affezione, pipistrelli adulti o ancora cuccioli si mostrano e si celano agli occhi curiosi di chi ne vorrà immaginare le vicissitudini della casata, su e giù per un originale stemma codicum fatto di accoppiamenti ed estinzioni della stirpe, parti unici o straordinariamente gemellari, identità omozigotica o vaghe somiglianze. Nelle pitture di piccolo formato l’artista ne ha esaltato la varietà di pose e atteggiamenti con notevole cura per i dettagli: in volo o a riposo, svegli o dormienti, con il capino eretto o a testa sotto, stanno con i padiglioni auricolari a fare da aureola e le pupille vivide a squadrare chi li guarda, in pose frontali o di tre quarti incredibilmente espressive, stagliati contro fondi oro e cieli stellati di memoria religiosa e sacrale; al punto che viene proprio voglia di adottarne almeno uno o magari di farsene adottare, per porsi sotto la protezione di un nuovo insospettabile “santino”.

Su tutti loro, ad ogni modo e oltre al capostipite posto al vertice, continua pur sempre a vigilare l’esemplare più anziano: il pipistrello di Rauschenberg, al centro della grande serigrafia, ancora oggi non sembra per niente stanco di emettere un verso che non è mai stato muto, voce di un’eredità che è storia del Novecento artistico mondiale ma anche traccia di un passato espositivo sardo e nuorese, a cui rendere un doveroso e concreto omaggio nella prontezza e nella curiosità per nuove traiettorie.

IN MOSTRA

Dal 29/11 al 10/12/2019 - Dal lunedì al sabato. Dalle 17.00 alle 20.00

DOVE

MANCASPAZIO - Via della Pietà n. 11, Nuoro

Photo Cover and gallery courtesy of Fiamma Di Crosta
Foto di apertura: Paolo Mura, Pipistrello, 2019, fildiferro e ceramica. Installation view

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