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Emotional Velvet
E il velluto reinventa nuovi codici.
diverse argomentazioni quali un distretto del velluto, un riconoscimento reso tale da un marchio di qualità per i prodotti e i manufatti in genere.
Tutto ciò ha avuto come “apripista” la mostra denominata “le strade del velluto”.
Una mostra di libero allestimento dove 14 operatori del settore, si sono cimentati nella realizzazione di diverse creazioni che hanno visto protagonisti ed espositori.
Senza allestimento studiato, senza tema, la mostra ha invaso i locali che tutti ricordano come “le vecchie carceri”, che oggi ha un nome più metropolitano di “centro polivalente”, che un po' ricorda il
nome di una palestra. Forse palestra lo è stata in questa occasione, viste le fatiche dei sarti ad esibirsi al pubblico con le loro massime ispirazioni.
La sala teatro invasa dalle splendide interpretazioni di Giampaolo Gabba, la compostezza e rigore degli abiti di Nicolò e Giuseppe Pinu, intraprendenza familiare di una sartoria che compie 55 anni.
Gabba viaggia, lavora l’orbace come pochi sanno fare, o sapevano fare, libero da regole del passato salda la tradizione alle proprie evoluzioni stilistiche, è in prima fila ad alzare la voce verso chi vuole criticare certi slanci.
E slanci emotivi in questa grande sala non mancano, velluto, stringhe, stecche, sete, manichini vecchi e nuovi si squadrano tra loro, riconoscendosi e indagandosi.
Pinu tiene stretti i manichini come soldatini, dritti, vicini, fermi, sartoria classica, qualche spunto moderno che non sconvolge le forme, è la classicità e la fermezza della sartoria maschile.
Questa sala colpisce, c’è qualcosa di nuovo che fa pensare alla strada del velluto, quella che va e che torna, ma che vuole cambiare.
Il locale si riempie di sarti, vecchi e nuovi, collaborazioni giovani e fresche di studi e di esperienze ( Ilenia Sara per Gabba, Lucia Cherchi per Giuseppe Pinu, I figli del noto sarto Gianni Mura, Gonario e Giuseppe, seri e giovani professionisti.
Francesco Modolo, tenace prosecutore di una tradizione di famiglia, Cristian Serra da Atzara, assente per i numerosi impegni di lavoro, Giovanna Corraine,
nuovo design per la moda in stile “dolly” tutta da scoprire, altre sartorie appena scoperte, sapientemente elaborate per l’occasione.
Tinture naturali su orbace e velluto di Maurizio Savoldo, una delle più belle novità della mostra. La conclusione della mostra ha visto mille visitatori, tanto entusiasmo e una sfilata conclusiva dal sapore “defilè”, forse appesantito da una passerella anni 80 ma che poteva starci, è qui che hanno calcato i passi i modelli e le modelle che hanno indossato, come se fossero fatti su misura per loro, gli abiti esposti.
L’obiettivo si è fatto strada, ha varcato un silenzio che sa di vetrina spenta, e ha acceso una lampada al pubblico, alla strada, un voler dire ecco, noi eravamo qui, siamo questi, siamo semplici, e semplicemente cuciamo, creiamo senza pretese quello che la tradizione vuole,e quello che vogliamo conservare, smontando e riposizionando i pezzi, cercando di salvaguardare la nostra identità.
Ora i sarti vanno avanti, come sempre, con un piccolo bagliore diffuso in più, la produzione è locale, deve globalizzarsi, nell’autenticità di un manufatto che deve restare artigianale, e su questo si è ribadito più volte, questo è quello che possiamo fare, un capo fatto uno per uno. Le industrie producono ciò che in una stagione viene messo e poi dimesso, noi quello che diventa prezioso dentro un armadio…
Nuoro 21 Agosto - 25 Settembre 2010