DONATELLO
CHE SCOLPIVA CON LA LUCE

Możdżer, fresco, danielsson

FOTOGRAFIA

L’incontro con il fotografo che, attraverso la sua arte, ha fatto incontrare architetture e sensibilità. Perché lui racconta quella Sardegna che c’era, quella che c’è e quella che non ci sarà più.

donatello tore Era una vecchia scuola di danza classica, con il tavolato opaco, consumato da arabesque, chassé e cabriole. C’erano gli specchi e le sbarre. E c’era l’odore dei legni e dei costumi che negli anni avevano assorbito le energie e le fatiche di quei movimenti leggeri.
Donato - così lo chiamano gli amici più stretti - quegli spazi, li aveva rivisitati, ma non stravolti, seguendo le geometrie del suo cuore.
Fondali, luci e pannelli, stativi e treppiedi. Poi le pareti, tappezzate di polaroid; i provini che servivano a capire quando era il momento di passare definitivamente alla pellicola. E c’era la camera oscura.
Era la sua cattedrale laica, luogo di metamorfosi, dove tutto poteva succedere. E succedeva. Da quegli spazi vennero fuori still-life, ritratti di persone comuni e immagini che ancora oggi impreziosiscono cataloghi di arte e libri di architettura.
Aderenti alle regole auree del passato o sconfinanti nei territori della sperimentazione, l’esegesi di ogni suo scatto è sempre un caleidoscopio di significati. Mai svelati - almeno non del tutto - perché come diceva Giorgio Morandi: “non c’è niente di più astratto del visibile”.


Emblematico e suggestivo il suo viaggio tra le genti di Lollove, l’antico villaggio medievale a pochi chilometri da Nuoro. Un viaggio che, tra il giugno del 1996 e il luglio del 1997, attirò l’attenzione del ISRE (Istituto Superiore Regionale Etnografico), per la sua qualità, non solo formale ma soprattutto per il suo attento e sensibile sguardo antropologico. Uno sguardo rispettoso.
donatello tore «Si trattava di raccontare di un micro-popolo povero ma orgoglioso nelle sue origini, senza cadere nella retorica»
Immagini dalla forte costruzione emotiva che sono anche archetipo di una Sardegna deleddiana ante litteram.
E sono spesso ritratti crudi, bagnati da una luce caravaggesca. Ripresi all’interno delle loro ascetiche abitazioni, intabarrati nei loro pesanti abiti contadini. Un racconto destinato più tardi a diventare manifesto di una civiltà e di un borgo oggi completamente disabitato.
Qualche anno più tardi lo stesso approccio con La costellazione delle Donne, ritratti femminili: per raccontare le donne di Orune, divenuto poi calendario. Era il 1999.


Flashback in un passato ancora più remoto, ancora più romantico, per un incontro leggendario con Costantino Nivola con il quale lavorò fianco a fianco per un reportage fotografico sull’allora nascente Piazza Satta.
Tra i tafoni di granito e i preziosi bronzi Donato ricorda: «Piazza Satta ti fruga dentro. Fu un lavoro impegnativo, io e il mio banco ottico».
Oggi quelle immagini sono presenti nel libro edito da Ilisso, Una Piazza per un Poeta.
donatello tore Sono passati tanti anni e ad incontrarlo oggi si ha come la sensazione che il tempo con lui non sia mai passato.
È un pomeriggio di inverno, quello in cui abbiamo appuntamento.
donatello tore Ci apre le porte del suo nuovo studio dove, già al primo impatto, si coglie l’esprit dell’artista.
Si ha l’impressione di entrare in un Loft. Ma non un Loft lezioso e modaiolo, piuttosto un luogo nato per mettere insieme persone e sensibilità.
Luminoso, ampio, con un affaccio suggestivo verso un giardino interno, quasi un punto di fuga verso l’altrove.
E in tempi in cui sono tutti esperti ma non si sa di cosa, in cui tutti hanno una macchina fotografica e diventano non si sa bene cosa, non ci imbarazziamo a scomodare per Donato la definizione di Artista. E lui lo è, nella forma più assoluta.
È davanti al computer che sta selezionando gli scatti per il catalogo dell’ultima mostra del MAN.

Donatello in tre aggettivi

Ostinato, appassionato, idealista.

La tua vita in un film: a chi affideresti la regia?

Michelangelo Antonioni.

Il brano musicale che farebbe da colonna sonora?

Keith Jarret, il concerto di Colonia.

Se fossi un mese dell'anno?

Settembre.

donatello tore

Cosa è In cosa è Out?

In è tutto quello che fa star bene un uomo. Out tutto ciò che lo fa star male.

Il personaggio a cui daresti il Nobel?

A un falegname che paga l’INPS.

Cosa è per te l'Italia?

Una fermata da Olbia.

Un oggetto romantico.

Un albero.

La parola che vorresti abolire?

Uccidere.

Cosa è per te la fotografia?

Sono come uno scrittore. Scrivo con la fotografia.

Il film che più di tutti abita il tuo cuore?

Blow Up di Michelangelo Antonioni.

Il tuo colore preferito?

Rosso.

Il tuo numero porta fortuna?

Il 4.

La prima cosa che pensi associata alla parola “Passione”?

Il gusto.

Come dovrebbe essere la tua casa delle favole nella quale abitare?

Luminosa, con una bella vista.

Nel tuo guardaroba non devono mai mancare:

Calze e mutande.

Sei felice?

Lo sono stato. Ora sono in una stagione della vita in cui sono... “preoccupato”.

La tua più grande paura?

Di restare solo.

Come ti vedi tra 10 anni?

Vecchio.

Arredamento: classico, rustico, moderno o...?

Razionale.

Tre cose dalle quali non ti separeresti mai

La macchina fotografica. Il computer. La casa.

Il tuo cartoon preferito?

Gli ultimi della Pixar: Up, per esempio.

donato tore

Una città europea dove ti piacerebbe avere una piccola dependance, un piccolo appartamento.?

Londra.

Il tuo piatto italiano preferito?

Gli spaghetti.

Quello estero invece?

Kebab.

Sei golosissimo di?

Paste alla crema.

Se fossi una delle quattro stagioni?

L'autunno.

La cosa che detesti di più nelle persone?

La stupidità. È quella che ti impedisce di capire.

Donatello bambino cosa avrebbe voluto fare da grande?

Guidare Pullman.

Se fossi uno strumento musicale?

Io sono uno strumento musicale.

paolo fresu

Se fossi un animale?

Io sono un animale.

Quanto conta l'amore per te?

Da 1 a 100? 100!

Un' epoca storica nella quale ti sarebbe piaciuto abitare.

Per quanto ci siano delle epoche che mi piacciano come gli anni ’50, penso che la migliore da abitare sia il futuro.

Il tempo passa e porta via con se tante cose. Ma che cos’è veramente che non va mai fuori moda?

Lo stile.

Arrivi ad un vernissage. La sala è gremita di persone. Qual'è la persona che attira di più la tua attenzione?

Quella che riesco a mettere a fuoco.

donato tore

Raccontaci un aneddoto curioso, qualcosa che ti è capitato nella tua vita di artista.

Il mio lavoro mi ha dato un sacco di privilegi. Come vivere l’arte.
Tra le persone del mondo dell’Arte che ho conosciuto ricordo con piacere Costantino Nivola.
Dovevo fare il reportage fotografico sulla piazza che egli realizzò a Nuoro.
Quando gli chiesi: «Costantì come si fotografa Piazza Satta?» Lui mi disse: «Stando in Piazza Satta.»

Il tuo sogno nel cassetto?

Riuscire a entrare in armonia piena. Il mio cervello, legato al mio occhio, legato al mio cuore.

Cosa è la vera felicità?

Un bicchiere di vino, un panino, una fidanzata, un tuffo al mare, o una canzone cantata a squarciagola.

donatello tore

SCRIVI UN COMMENTO


FORSE POTREBBERO INTERESSARTI ANCHE